5 giugno 2019
In un periodo lungo 14 anni, dal 2002 al 2015, sono stati osservati 600 nati con malformazioni congenite su 25.853 nati da donne residenti nei Comuni di Taranto e Statte.
Questi casi, che sono stati rilevati mediante una analisi specifica delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), effettuata in ambito Sentieri, sono risultati il 9% in più rispetto agli attesi sulla base del tasso regionale, in parole più semplici 50 casi in eccesso, quindi una media di 3-4 casi in più ogni anno.
Il limite principale di questa statistica è che attraverso le SDO non si registrano casi al momento della interruzione di gravidanza a seguito di diagnosi prenatale, che per certi tipi di malformazioni sono rilevanti.
Gli eccessi statisticamente significativi (definibili quindi non casuali) sono emersi per le anomalie del sistema nervoso e degli arti, e ai limiti della significatività statistica per le anomalie del sistema urinario. Questi risultati a Taranto aggiungono preoccupazione a quella già alta che c’è da anni.
“Per avere una stima ancora più accurata occorrono dati rilevati e registrati nei punti nascita locali e regionali. La Regione Puglia ha istituito un registro che quindi può dare il suo contributo e al proposito abbiamo in programma un aggiornamento dei dati fino al 2018.” Ha dichiarato Fabrizio Bianchi, dirigente dell’Unità epidemiologia ambientale di IFC-CNR “Un ulteriore passo per saperne di più è l’approfondimento sul tipo specifico di anomalie e sulla loro distribuzione geografica, ad esempio per quartiere di residenza o per sezione di censimento, di particolare utilità per valutare l’impatto riferibile a fonti specifiche di inquinamento. Ma il problema dei problemi, oggi più che mai, è di prevenire in modo da non contare gli eccessi.”
fabrizio.bianchi[@]ifc.cnr.it